Il digitale: l’unica soluzione possibile per la gestione della complessità del mondo

È stato divulgato ieri dal World Economic Forum il Global Risk Report del 2020. Nella prefazione a firma del suo Presidente, Børge Brende, si legge: «L’economia globale si trova di fronte ad un “rallentamento sincronizzato”, gli ultimi cinque anni sono stati i più “caldi” della storia, e gli attacchi informatici nell’anno in corso dovrebbero aumentare, il tutto mentre i cittadini protestano per le condizioni politiche ed economiche nei loro paesi ed esprimono preoccupazione per i sistemi che esacerbano la disuguaglianza».

Se il Presidente del World Economic Forum inizia il suo discorso sui rischi economici globali parlando di attacchi informatici, è probabile che la cybersecurity sia il vero focus del business a venire. È questo un punto su cui riflettere. Le imprese stanno trascurando gli iinvestimenti su un settore, quello della sicurezza digitale, ormai assolutamente strategico per il loro sviluppo.

Non solo, ma sono talmente grandi e mutevoli i cambiamenti dei rischi globali, primi fra tutti quello ambientale e quello socio-politico, che i tempi utili previsionali si sono enormemente accorciati, richiedendo interventi sempre più rapidi ed efficaci. Questo lo si può fare soltanto facendo affidamento sulla potenza di calcolo, l’adattabilità e la capacità di autoapprendimento dei sistemi di intelligenza artificiale. Piaccia o non piaccia questo è il futuro e, forse, non così distopico, dopotutto: come sempre il problema è sostituire la consoscenza alla paura.

L’azione combinata di crisi economica e pandemia ha già di fatto compromesso la possibilità di autosostentamento di centinaia di milioni di persone, accelerando tutti gli effetti più pericolosi della Quarta rivoluzione industriale, ad iniziare dalla disoccupazione e dall’isolamento sociale.

Sarà allora il caso che la politica ritrovi una direzione globale, una capacità di elaborazione culturale alta, di coordinamento di tutte le forze produttive, di investimento strategico: lo ripeto, la frontiera è il digitale e le macchine sono probabilmente l’unico strumento di cui disponiamo per gestire la complessità del mondo attuale.

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