di Massimo Siano, Head of Southern Europe per ETF Securities
- Gli ETP long sulla GBP registrano i maggiori afflussi degli ultimi due anni.
- La persistente fiducia degli investitori nella forza del dollaro USA spinge gli investimenti negli ETP ai massimi delle ultime quattro settimane.
- Le prese di beneficio sugli ETP sul greggio toccano il livello più alto da sette settimane, al venir meno dell’ottimismo sull’accordo per il taglio della produzione OPEC.
- Proseguono gli afflussi nell’ETP sull’oro nonostante il calo dei prezzi, in quanto gli investitori mettono in dubbio le prospettive economiche globali.
In contrasto con il flash crash registrato dalla GBP lo scorso venerdì, gli ETP short sulla sterlina hanno accusato deflussi per un totale di 12 milioni di USD. Il crollo repentino della valuta britannica, che la scorsa settimana ha perso il 6% portandosi sui minimi degli ultimi 31 anni, evidenzia la volatilità che può essere generata sui mercati dalla scarsa liquidità e dagli algoritmi di trading automatico. Stando ai flussi di fondi, gli investitori nell’universo degli ETP iniziano a credere che la GBP abbia raggiunto un punto di svolta inferiore. Gli ETP valutari che replicano posizioni short sulla GBP hanno registrato i disinvestimenti più pronunciati degli ultimi due mesi, con prelievi per 12 milioni di USD la scorsa settimana. Al contempo, gli afflussi negli ETP long sulla valuta britannica si sono attestati ai massimi da giugno 2014, superando la scorsa settimana i 3 milioni di USD.
Massimo Siano, Head of Southern Europe per ETF Securities, aggiunge: «I risultati hanno dimostrato che gli investitori degli ETC short sulla sterlina hanno preso profitto troppo presto. I fattori ribassisti sulla sterlina sono cominciati con il referendum sul Brexit e sono strutturali, in quanto la Gran Bretagna con l’uscita dall’EU avrà dei forti svantaggi all’esportazione verso il suo principale partner commerciale. Oggi con 1 euro si acquistano 0.905 sterline, pochi mesi fa prima della Brexit con 1 euro si potevano acquistare 0.7 sterline. È la mano invisibile del mercato che sta piano piano impoverendo un paese che con il referendum ha mostrato tutta la sua paura ad arricchirsi. Sottolineerei però ulteriori novità assolutamente in linea con la mia opinione “bearish” sulla sterlina: i discorsi di Theresa May sui lavoratori non britannici; le dichiarazioni in risposta di Francois Hollande che hanno sia causato mercati a scontare uno scenario Brexit “duro” per cui il Regno Unito viene espulso dal mercato unico.
Il mercato non vede di buon occhio la Brexit e scappa via dalla Gran Bretagna. Ribadiamo il concetto. La Brexit danneggia il commercio del Regno Unito con il suo più grande mercato internazionale e rimette a rischio la sua leadership europea nell’industria finanziaria (la più importante in UK). Senza un piano B siamo preoccupati sulla crescita economica e produttività in Gran Bretagna e pensiamo che la sterlina continui a rimanere debole o indebolirsi ancor di più nei prossimi mesi.»
Con i prezzi del petrolio fermi a 50 USD al barile, gli investitori fuggono dal greggio al ritmo più rapido in quasi due mesi. Le dichiarazioni rese dall’OPEC durante la Conferenza internazionale sull’energia, che hanno confermato l’ottimismo del cartello riguardo alla possibilità di stringere un accordo per ridurre la produzione, sembrano sortire un effetto modesto, in quanto i corsi petroliferi iniziano a stabilizzarsi intorno ai 50 USD al barile. Per via delle prese di profitto effettuate dagli investitori, nel periodo in rassegna gli ETP sul greggio hanno subito deflussi per 71 milioni di USD, il livello più elevato in sette settimane.
Gli ETP sull’oro ricevono afflussi per la terza settimana consecutiva, raccogliendo in totale 57 milioni di USD nel periodo considerato. Gli ETP long sul metallo prezioso hanno beneficiato di flussi positivi in 11 delle ultime 12 settimane, a indicare che gli investitori rimangono prudenti sulle prospettive economiche globali e sull’impatto esercitato dalla politica monetaria sulle principali valute mondiali. Gli investimenti cumulati negli ultimi tre mesi ammontano a 1,1 miliardi di USD. Tuttavia, il posizionamento nel mercato dei futures indica che il sostegno all’oro potrebbe presto venir meno, in quanto le posizioni lunghe sono state ridotte del 15% al livello più basso degli ultimi quattro mesi. Al contempo, gli ETP sull’argento hanno registrato modesti deflussi dopo un calo di quasi l’11% accusato dai prezzi la scorsa settimana.
Gli ETP long sull’USD hanno beneficiato dei maggiori afflussi in un mese. Gli investitori continuano a nutrire fiducia nella valuta statunitense (e nei rialzi dei tassi della Fed nel 2016), come indicano i flussi positivi per 10,2 milioni di USD. Nelle attese del mercato, le chance di un inasprimento a dicembre sono salite dal 59% di fine settembre al 64%, mentre le posizioni nei mercati dei futures mostrano che le esposizioni lunghe nette sono calate dell’1% nel periodo in esame.